Bias cognitivi e Legge dell’Assunzione: il ponte tra psicologia e manifestazione

La ricerca scientifica potrebbe aver provato la legge dell’assunzione, ma non se ne rende conto. O almeno, rifiuta il punto di vista che implica la possibilità che noi umani siamo i creatori, gli attori e gli osservatori della nostra esistenza.
Negli studi relativi alla mente vengono rilevati quelli che vengono chiamati bias cognitivi, o falle nel ragionamento logico, ma anche strutture cerebrali che rendono la sperimentazione della realtà completamente soggettiva e non davvero basata su fatti evidenti.
Analizzando alcuni dei bias cognitivi, possiamo renderci conto che il cervello è stato creato dall’anima per rendere possibile la legge dell’assunzione.
I bias cognitivi sono schemi mentali inconsci attraverso cui la mente filtra e interpreta la realtà. 
Sono stati studiati per decenni in ambito psicologico e sono spesso visti come “errori di giudizio”.
Ma se invece li considerassimo meccanismi attraverso cui la Legge di Assunzione si manifesta automaticamente?

La Legge di Assunzione, secondo Neville Goddard, afferma che ciò che assumi come vero si riflette inevitabilmente nella tua realtà. L’assunzione è più potente della speranza, del desiderio e persino della volontà. È una convinzione incarnata.

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Indice

Cosa sono i bias cognitivi?

I bias cognitivi sono schemi di pensiero automatici e inconsapevoli che influenzano il modo in cui percepiamo, interpretiamo e reagiamo alla realtà.
Si tratta di vere e proprie “scorciatoie mentali” che il cervello utilizza per semplificare la quantità enorme di informazioni che riceve ogni giorno. Tuttavia, queste scorciatoie possono portare a distorsioni nella percezione e in molti casi influenzano le decisioni, emozioni e credenze.

Dal punto di vista psicologico, i bias sono considerati errori di giudizio. Ma se osservati in chiave evolutiva e spirituale, possono essere interpretati come strumenti adattivi, creati dall’anima per interagire con il mondo materiale attraverso il filtro della mente subconscia.

Come la Legge di Assunzione si collega alla psicologia

Secondo la Legge di Assunzione, tutto ciò che assumi come vero nella tua mente si manifesta nella realtà esterna.
Questa legge, formulata e divulgata da Neville Goddard, si basa su un principio chiave: la realtà è un riflesso delle tue assunzioni. Non ciò che desideri, ma ciò che credi di meritare o di essere.

Ora, se la tua mente è guidata da bias inconsci, è evidente che questi ultimi agiscono da veri e propri “filtri alla manifestazione”.
Quindi, la psicologia e la spiritualità non sono in contrasto: i bias cognitivi non solo spiegano come interpretiamo il mondo, ma anche perché selezioniamo certe esperienze.
Molti bias, infatti, dimostrano che il cervello non cerca la verità oggettiva, ma coerenza con le credenze preesistenti. E questo è esattamente ciò che afferma anche la Legge di Assunzione:

Non manifesti ciò che vuoi, ma ciò che sei.

Bias cognitivi più rilevanti e il loro uso nella manifestazione

Bias di conferma

Tendiamo a notare, ricordare e interpretare solo ciò che conferma le nostre convinzioni.

La realtà si modella attorno a ciò che credi vero. Se assumi che sei sempre amata, sperimenterai di continuo persone che si innamorano di te; se assumi che gli altri ti rifiutino, viceversa, sperimenterai il contrario. Questo bias cognitivo ti fa cercare e trovare nella realtà la continua conferma delle tue convinzioni. Il cervello è strutturato per “trovare conferme” del suo mondo interiore.
Per la Legge di Assunzione, la realtà è una creazione filtrata dal subconscio.

Questo bias può essere visto da due punti di vista, si potrebbe dire: sì, è il cervello che distorce la realtà, o viceversa, si potrebbe confermare che è il cervello a crearla, dal momento che poi ne ricerca le prove.

Effetto placebo

Il corpo reagisce positivamente a un trattamento privo di principi attivi, solo perché la mente crede che funzioni.

Questa è la Legge dell’Assunzione dimostrata: il corpo che si cura in autonomia solo a partire da una credenza cerebrale. In pratica, basterebbe questo effetto mentale per non dover continuare la lista e chiederci: ma se è stato dimostrato che la mente è in grado di modificare addirittura la condizione fisica, perché non assumiamo che è in grado di creare anche tutto il resto?

Effetto nocebo

Il contrario del placebo: la credenza negativa crea sintomi dal nulla.
Vale lo stesso discorso di cui sopra.

Bias dell’ancoraggio

La prima informazione ricevuta condiziona tutto ciò che viene dopo.

Per il bias dell’ancoraggio tendi a rimanere incastrati nella prima informazione ricevuta a riguardo di un certo argomento. Se questo lo si applica alla Legge dell’Assunzione, ci rendiamo conto che in questo caso la mente ha creato un’assunzione così forte sulla prima informazione, che influenzerà i comportamenti successivi. Anche questo bias, che è una distorsione cognitiva, in senso ampio è una dimostrazione della Legge dell’Assunzione in corso: ovvero, quello che il cervello crede vero è più determinante della realtà oggettiva esterna.

Effetto alone

Una caratteristica percepita colora il giudizio generale (es. se sei bella, ti percepiscono anche più intelligente).
L’effetto alone spiega perché chi ha un self-concept forte viene percepito con caratteristiche che non risultano nella realtà. È un’aura rilevata dalle altre persone.
L’effetto alone ti conferma anche che le tue stesse credenze ti fanno selezionare una versione specifica di una persona (solitamente determinata dal suo self concept) a prescindere che le caratteristiche che vedi siano reali o meno.
Di conseguenza, l’effetto alone ti conferma che stai selezionando versioni delle persone a tuo piacimento e che non puoi uscire dal tuo stesso filtro mentale.

Euristica della disponibilità

Più un’idea è familiare, più ci sembra reale o probabile.
L’euristica della disponibilità è un bias, ma spesso è confermato dall’esperienza che poi la persona vive, anche se le esperienze che vive sono più improbabili a livello statistico.

Effetto Pigmalione

Le aspettative (tue o altrui) influenzano il comportamento e i risultati.
Anche questo effetto mentale conferma che la realtà viene plasmata dalle nostre credenze ed aspettative.

Bias del senno di poi

Tendiamo ad avere la sensazione che sapevamo come sarebbe andata una determinata situazione.
Questo potrebbe essere un bias, ma potrebbe essere semplicemente un insight che proviene dall’inconscio. Molto spesso, infatti, è vero che prima che accada un evento ci formuliamo un’ipotesi di risultato che poi si manifesta.

Questa lista di bias, a mio avviso, è un buon indicatore di quanto il cervello sia stato creato per rendere possibile la Legge dell’Assunzione. Vi sono poi delle distorsioni e dei bias che, comunque, confermano la legge ma sono da tenere sotto controllo se sei in un percorso di creazione consapevole.

I bias che sabotano la tua manifestazione

Ci sono altri bias, che sono sempre collegati alla Legge dell’Assunzione, ma ci sabotano invece che aiutarci nella manifestazione stessa.
Sono i seguenti:

Effetto Zeigarnik

Tendiamo a ricordare ciò che è incompleto.
Questo bias ci mette in un loop di pensieri ossessivi verso le questioni che reputiamo incomplete. Questo, se legato a un desiderio specifico, alimenta il pensiero ossessivo e quindi l’attaccamento e l’eccessiva importanza del desiderio.
Per eliminare questo effetto, occorre chiudere il loop ogni volta che il desiderio riemerge alla memoria, affermando: “È già mio.”

Avversione alla perdita

Il cervello teme di perdere più di quanto desiderino guadagnare.
Collegamento alla Legge di Assunzione: se hai paura di lasciare andare il vecchio, blocchi il nuovo. Questo va tenuto sotto controllo perché è il meccanismo principale che tiene lontani dal cambiamento: il cervello preferisce avere un disagio noto piuttosto che una benedizione sconosciuta.
Attenzione quindi a questo meccanismo quando cercate di installare delle nuove convinzioni, perché il vostro subconscio tenterà di sabotarle e di resistere finché non saranno acquisite del tutto.

Illusione del controllo


Pensi di controllare cose che in realtà non controlli.
Abbiamo l’illusione di controllare la realtà esterna.

In verità, l’unico controllo che hai è su te stessa.
Questa illusione deriva in parte perché dal fatto che abbiamo una conoscenza innata della Legge dell’Assunzione, per cui tecnicamente è vero che siamo noi (anime) a creare la realtà. Dall’altra parte, bisogna rendersi conto che per creare la realtà è necessario lasciare andare il controllo del 3D e focalizzarsi, invece, sul proprio sistema mente-corpo, in modo da allinearlo ai propri desideri di anima.
Chi davvero è in controllo è sempre l’anima, e non l’avatar.

Il bias della proporzionalità

Siamo convinti che per far accadere un evento che percepiamo come grande, ci sia bisogno di un proporzionale sforzo.
Questo bias ti sabota così:

“Se voglio qualcosa di grande (una relazione, soldi, successo), devo fare qualcosa di gigantesco, potente, speciale, raro…”

Quindi:

  • Svaluti le azioni semplici ma consistenti (tipo affermazioni quotidiane, gratitudine, embodiment);
  • Ti convinci che senza un rituale potentissimo o una “tecnica segreta” non potrà funzionare;
  • Ti scoraggi se non senti grande emozione subito, pensando che “non basta”.

Nella creazione consapevole è molto più importante la perseveranza nel tempo, di azioni anche piccole ma ripetute, piuttosto che concentrarsi su sforzi immensi e poi lasciare perdere.

Tirando le somme

I bias cognitivi non sono solo “errori della mente”. Sono porte di accesso al funzionamento profondo della realtà.
Se usati inconsciamente, possono sabotarti. Ma se li usi con consapevolezza, diventano strumenti potentissimi per attivare la Legge di Assunzione.
La realtà non è oggettiva: è selettiva. E il selettore è la tua coscienza.
Inizia a osservare i tuoi bias come indicatori di dove stai dirigendo il potere della tua mente.
Perché se già influenzano tutto… tanto vale metterli al tuo servizio.

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