La morte dell’Ego nel percorso di fiamma gemella

La morte dell’ego è un tema molto dibattuto e trattato in ambito spirituale e buddista e sembra essere un’impresa quasi impossibile o titanica da raggiungere e come dice Eckhart Tolle, all’ego piace pensare che sia così. 

In realtà questo è un processo del tutto naturale e inevitabile quando sei in un percorso di risveglio e illuminazione spirituale, quindi rappresenta un passaggio obbligato anche nel percorso di fiamma gemella.  È la fase iniziale, la bolla, che una volta esplosa dà inizio al processo di morte dell’ego, sempre se tu, divina femminile smetti di combattere con le ombre e incominci una seria pratica spirituale. La morte dell’ego coincide con un momento quasi sempre subitaneo e sfuggente in cui ti distacchi dalla personalità/mente/maschera/ego e quindi riesci ad osservarla dal punto di vista dell’Essere. Questo corrisponde anche a un momento di profonda illuminazione, quella che viene chiamata Samadhi. La consapevolezza di essere distaccati dalla propria personalità è lo stato di illuminazione che inizialmente vivi per pochi istanti, ma che, con il tempo, comincia ad essere la tua condizione dominante e persistente. Da quel momento in poi vedrai le cose in maniera completamente diversa, inizierai a osservare la mente nelle sue lacune e disfunzionalità, noterai le vecchie credenze, gli automatismi e i pensieri svalutanti.  Si chiama morte dell’ego, ma in realtà è una trasformazione, fino a che sarai in vita, infatti, sarai composta da ego, corpo e anima. Siamo fatti di queste tre componenti e ciò che tu sei è la somma di queste tre parti, almeno per questa vita.  Non me ne vogliano i buddisti zen integrali, ma non è vero che la mente non ha niente a che fare con te, è vero però che lo scopo dell’ascensione è scegliere quando usare la mente e quando distanziarsi da essa, in una danza continua tra essere e fare.  Uno dei fini dell’incontro di fiamma gemella è arrivare a questo stato di consapevolezza, perché è solo da qui che sarai in grado di percepire che l’altro non è un qualcosa diverso da te, ma coincide con la tua stessa anima. A livello profondo siete la stessa cosa e sentire nella carne la verità di questa frase aiuta a lasciare andare tutte le aspettative sul rapporto esterno con la fiamma gemella. “Non c’è nessuno là fuori” Ha detto una volta il mio sé superiore. Questo per dire che il percorso di fiamma è in realtà un viaggio all’interno di noi stessi.  Quello che succede esternamente, negli strati superficiali di noi, a livello di personalità e di corpo non conta molto agli scopi dell’anima. Ciò che anima vuole è ricordare se stessa, attraverso le esperienze della vita, attraverso lo specchio della fiamma e anche grazie alla morte o trasformazione dell’ego. 

Come si raggiunge la morte dell’ego

Puoi raggiungere questo stato di consapevolezza in molti modi diversi, infatti può nascere spontaneamente dopo un forte trauma psico-fisico, può essere attivato dal corpo di dolore, ma anche tramite la pratica della consapevolezza giornaliera. Attraverso la meditazione mindfulness/zen/vipassana, lo yoga o con altre pratiche meditative. 

Lo puoi aiutare con la lettura di testi scritti o l’esposizione a video o audio di persone in profonda connessione con l’essere

La pratica cognitiva o di studio, favorisce il risveglio della consapevolezza perché interagisce con lo strato profondo che sembra essere sopito, ma invece è sempre lì, vigile e attento su tutto ciò che capita nel mondo esteriore. 

Infatti, un aspetto da non tralasciare è proprio questo: il lavoro di ascensione non ti porta da nessuna parte, non ti trasformi in un budda, e non diventi qualcosa che non sei già, ma è una pratica che va a togliere, a silenziare ciò è che di troppo: ovvero l’identificazione costante e compulsiva con la mente e con i pensieri. È un lavoro di riscoperta di ciò che è sempre stato lì, ma non te ne rendevi conto. 

L’essere, o sé osservante è sempre a portata di mano, è sempre presente, non saresti nemmeno in vita se non ci fosse. Semplicemente, l’essere si lascia trascinare da pensieri emozioni e compulsioni, è un po’ come quando guardi un film e sei talmente catturata che ti immedesimi nei personaggi e piangi e gioisci con essi, ma a un certo punto vieni trasportata nel film, e non ricordi più di essere in realtà la spettatrice.

Prova a fermarti qualche momento, a concentrare l’attenzione sul respiro e a osservare cosa capita nella mente. Identifica i pensieri e continua ad osservare come scorrono incessantemente. Renditi conto che non hai potere su di essi. Non riesci a fermarli, perché la mente “si pensa da sola”, è slegata, per la maggior parte del tempo, dalla tua volontà. 

Il tuo compito è riconoscere la mente, osservare quello che dice e poi lasciare andare i pensieri, portare l’attenzione al respiro e a quello che stai facendo in questo momento. 

 

La pratica di consapevolezza consiste nel ri-direzionare costantemente l’attenzione in quello che sta succedendo, attraverso la porta del respiro, del corpo e dei sensi. Lasciare che i pensieri vadano e vengano come onde, ma sganciarsi da essi il più possibile, ovvero senza reagire ad essi. 

Ringrazia la mente per i pensieri che ti dà e poi torna al momento presente. Questo è un esercizio molto utile per favorire il processo di “morte dell’ego” o di dis-identificazione dalla mente. 

Come ho scritto sopra, il processo di distacco dalla mente è un passaggio fondamentale nel percorso di fiamma gemella, perché ti permette di cambiare modalità, di trasformare te stessa e di evolverti, ti permette di avere una visione lucida di quello che vivi, perché non filtrerai più le cose con la lente dell’emotività, ma saprai vedere con gli occhi dell’essere, e dunque di raggiungere la consapevolezza dell’unità a prescindere dalla situazione della terza dimensione (tangibile). Questo è un gradino necessario nel percorso di unione con la fronte parte e di ascensione.

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