I sette pilastri della mindfulness nel rapporto di fiamma gemella

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I sette pilastri della mindfulness sono gli atteggiamenti di base delineati dal fondatore del metodo, Jon Kabat-Zinn, e rappresentano le linee guida per coltivare la pratica di meditazione mindfulness ossia l’approccio che il praticante dovrebbe tenere sia durante la meditazione formale, sia in generale come atteggiamento nei confronti della vita.

Dal mio punto di vista questi pilastri, che sono le fondamenta anche del punto di vista zen, rappresentano la bussola da seguire nella dinamica di fiamma gemella e nel percorso di ascensione, che molto spesso, a causa della mente e dei suoi trucchi, diventa più impervio e complesso di quanto dovrebbe essere.

Il mio consiglio è quello di iniziare il tuo percorso di meditazione mindfulness ponendo l’attenzione a questi atteggiamenti e cercando di coltivarli sia nei confronti della pratica sia nei confronti della fiamma gemella, credo che questo possa aiutarti ad avere un profondo cambiamento di prospettiva, e a vivere un percorso in maniera più lineare.

I sette pilatri della mindfulness

 

  1. Non-giudizio;
  2. Pazienza;
  3. Mente del principiante;
  4. Fiducia;
  5. Non cercare risultati;
  6. Lasciar andare
  7. Accettazione;

 

Non giudizio

L’atteggiamento principale della mindfulness riguarda proprio questo, ovvero osservare, notare e cogliere quello che c’è senza usare il filtro del giudizio mentale. Bisogna fare, infatti, una distinzione fondamentale tra la presenza mentale e presenza in pura consapevolezza. La presenza mentale ti va vedere le cose filtrate costantemente dal giudizio “questo mi piace quello non mi piace”; la presenza in pura consapevolezza, invece, ti permette di notare quello che c’è, nel momento presente, senza giudizi di apprezzamento o repulsione, ma solo con aperta curiosità, come se vedessi quella cosa per la prima volta. Anche con la fiamma gemella assumere questo approccio può aiutarti ad osservare la situazione per quella che è, come se fossi un testimone imparziale, e, magari renderti conto dei filtri mentali che prima frapponevi tra te e l’esperienza stessa. L’apertura senza giudizio ti aiuta anche a individuare i pensieri, gli automatismi e i pregiudizi che di solito si attivano in maniera inconscia.

Pazienza

La pazienza è una forma di cura di sé, è un atteggiamento di amorevolezza di base, che migliora anche il tono e il clima dell’emotività, quando incominci a trattare te stessa con pazienza e non con un comportamento dittatoriale e giudicante, incominci a rilassarti e ad avere maggiore fiducia in te.

La pazienza riguarda in primo luogo il fatto che il processo di osservazione del pensiero e il distacco dalla personalità non sia lineare, ma ondulatorio e bisogna comprendere che vi saranno alti e bassi, l’importante è avere la pazienza, appunto, di trovarsi dove ci si trova, in ogni momento. E che anche se si ha difficoltà nella meditazione e nelle pratiche, c’è sempre una nuova occasione per ricominciare. Va da sé che lo stesso approccio puoi utilizzarlo con la fiamma gemella, ma non inteso con la pazienza che coltivi nei confronti dei SUOI atteggiamenti, ma nei confronti dei TUOI ATTEGGIAMENTI verso di lei. Perché attenzione, il percorso riguarda la tua evoluzione personale, non la manipolazione dell’altro o la sottomissione a comportamenti e situazioni che non ci fanno del bene.

La pazienza è quindi l’atteggiamento che devi rivolgere a te stessa, nonostante le oscillazioni, le retromarce e gli scivoloni, coltivi quell’attitudine e continuare a riprovare, con la perseveranza di ritornare nel momento presente e a una situazione di calma interiore.

Mente del principiante

La mente del principiante, così come il giudizio, ti chiede di vivere la pratica ogni giorno, anche se sono passati anni di allenamento, come se fosse sempre un’esperienza nuova, mantenere quindi sempre l’umiltà di chi sta imparando e non l’atteggiamento di chi sa già tutto. Questo perché con l’approccio sempre fresco e curioso è sempre possibile imparare cose di sé e della pratica e approfondire sempre di più la conoscenza acritica dello strumento.

Con la fiamma gemella, allo stesso modo, soprattutto per quanto riguarda le credenze e le informazioni che circolano intorno all’argomento occorre mantenere questo atteggiamento di umiltà, per riuscire a rimanere aperti all’acquisizione di nuove prospettive e di nuovi concetti. La mente del principiante tienila viva anche mentre osservi te stessa, perché sarai in grado così, di avere delle intuizioni, delle prese di coscienza uniche e sempre nuove.

Fiducia

La fiducia nella mindfulness è intesa come fiducia in sé stessi e nella propria esperienza diretta, sopra alla fiducia per il maestro esterno. Naturalmente il confronto con chi è più avanti nella pratica è utile, ma, in definitiva, ogni percorso è individuale e a se stante e dunque nessuno è più esperto di te nella tua esperienza. Nello stesso modo, il percorso di ascensione, iniziato con la fiamma gemella, è individuale ciascuno di noi avrà una storia diversa e l’esperienza dell’ascensione sarà unica. Coltiva, quindi, una forte fiducia in te stessa, nelle tue intuizioni e insight sul percorso, acquisisci la tua indipendenza di pensiero.

Non cercare risultati

La più grande sfida per la mente e l’ego è proprio quella di non cercare risultati specifici dalla pratica, è vero il fatto di non avere un attaccamento al risultato è difficile da digerire soprattutto in termini di motivazione: se non ho un obiettivo dove trovo la motivazione per continuare?

Quello che spinge me a continuare la pratica è un miglioramento continuo e consistente nella qualità della mia vita, a prescindere dai risultati concreti della pratica. Quindi se pratichi con l’obiettivo di raggiungere la samadhi, questo sforzo mentale potrebbe sabotare l’obiettivo in sé. Infatti, nel percorso di meditazione più impegno mentale si mette e meno si coglie il punto: il punto è vivere momento per momento.

Questo non significa non pianificare il futuro, qua ci si riferisce alla sola pratica di mindfulness e ascensione, significa vivere il momento per quello che è senza cercare di raggiungere un obiettivo definito durante la pratica. Allo stesso modo dovresti vivere il percorso di fiamma gemella. Avere l’obiettivo dell’unione, è infatti il più grande deterrente all’unione stessa. L’attaccamento al risultato è il massimo sabotatore della manifestazione. Continua a praticare e a vivere la vita con l’obiettivo di scoprire te stessa e manifestarti per quello che sei, vedrai che il non attaccamento al risultato genera magie.

Lasciare andare

Il lasciare andare è la conseguenza del non attaccamento al risultato. Lasciare andare cosa? Le aspettative, i giudizi, la volontà di controllo e l’ego. L’atteggiamento del lasciare andare è quella condizione in cui non ti attacchi a niente, perché senti l’abbondanza infinita e sai di non aver bisogno di nulla.

Lasciare andare anche le resistenze, le convinzioni limitanti, etc. Per quanto riguarda la fiamma gemella, io intendo di tenere questo atteggiamento rivolto all’incarnazione della fiamma: lasciare andare l’altra parte di te è un atto molto potente di libertà per entrambi. Lasciarla andare significa comprendere che non esiste in realtà una reale separazione. E’ necessario lasciare andare anche e soprattutto le aspettative sulla relazione, il programma mentale o quelle famose sensazioni di destino che si sentono all’inizio del rapporto. Lasciare andare significa rinunciare alla speranza e aprirsi all’ignoto.

Non è necessario chiudere i rapporti o generare resistenze, ma serve cambiare il proprio atteggiamento nei confronti della relazione: osservare i tentativi di manipolazione e controllo, osservare le proprie aspettative, le regole e i film mentali messi in atto con la fiamma e poi lasciarli andare, senza rimanere invischiati o intrappolati in essi.

Accettazione

Accettare quello che c’è, sia pensieri che emozioni, dando loro spazio e senza cercare di sopprimerli, modificarli o evitarli. L’accettazione è lo strumento più potente della trasformazione, perché se da un lato dai ascolto a quello che il corpo mentale ed emotivo hanno da dirti, dall’altro permetti lo scioglimento di questi stati in maniera naturale, alchemica. Ogni cosa che emerge deve essere vista, accolta e accettata per ciò che è, senza giudizio.

Questo è l’atteggiamento che caratterizza la resa: la resa è accettazione senza alcun tipo di retropensiero o speculazioni aggiuntive. Questo significa anche, ad esempio, accettare che la fiamma stia scappando e che ci abbia respinti, senza formare dei film mentali alternativi alla realtà che ci viene mostrata. Ovvero senza credere che in realtà vi siano motivazioni secondarie nell’atteggiamento. L’accettazione è un atteggiamento potentissimo, perché ti permette di agire poi in conseguenza a quello che succede e non alla tua interpretazione personale dell’evento, né a sensazioni sottili differenti.

Con questo non voglio dire che queste motivazioni non ci siano, anzi, ma intendo dire che queste motivazioni non devono più servire a motivo di comportamento. Ad esempio, se pensi che la fiamma scappa perché è spaventata dalla relazione e quindi attendi che smetta di avere paura per poi interagire con lui/lei, ti stai mettendo in una posizione di attesa basata sulla speculazione mentale, e non su quello che sta realmente accadendo. Accettare quello che succede realmente, ti permette di avere una maggiore libertà di azione, e di lasciare andare ciò che non è allineato a te e ai tuoi valori. 

I sette pilastri della mindfulness sono insegnamenti forse severi, ma davvero potenti e trasformativi se usati come guida per il proprio percorso di ascensione e non solo in relazione alla pratica tout court.