Risolvere la ferita del tradimento nella luce.

Ho fatto un sogno l’altra notte che mi ha fatto portare a consapevolezza un nodo nell’inconscio ancora non risolto: una ferita da tradimento che ancora oggi fa scattare senza preavviso il mio corpo di dolore.

Sto lavorando con una presenza costante, in questo periodo e quindi ho avuto modo di portare consapevolezza nel momento stesso in cui il corpo di dolore si è impossessato di me. Nella mia teoria dei corpi sottili dovrei in effetti aggiungere questa entità che Eckhart descrive, fatta dell’insieme delle emozioni negative che si sono accumulate in questa entità energetica che prende il possesso di noi nel momento in cui viene risvegliata. A risvegliarla sono le memorie, quindi il corpo mentale, e ho avuto modo di vedere come questa entità sia quasi fisica corporea, e prenda il controllo della situazione spingendoti a fare azioni che non faresti. Naturalmente la libertà di agire diversamente è sempre presente, ma sua forza è molto trascinante, soprattutto se si perde la consapevolezza nel momento in cui viene attivata.

La ferita del tradimento la riconosci perché per prima cosa fa attivare la rabbia, poi arriva la paranoia e infine il vero e proprio panico. È una ferita che risiede nelle memorie; e il modo per superarle è osservarla, prima di tutto, guardare come questa faccia attivare il corpo di dolore. Poi uscire un attimo dalla narrativa: “Perché lui MI ha fatto questo”, “Non merito questa cosa” la narrativa che si crea intorno all’evento di tradimento è parte stessa del problema. Prima di tutto tirati fuori dell’equazione, poiché le persone, solitamente, non agiscono verso o contro le altre persone (come intento, intendo dire) ma la loro azione è sempre diretta all’interno, in uno stato di totale inconsapevolezza si agisce, si tradisce, perché mossi da un istinto personale, non con l’obiettivo di fare del male all’altro.

E anche quando l’obiettivo è la vendetta, in ultima analisi, l’azione serve a modificare degli stati interni, che poco o niente hanno a che fare con la persona esterna.

Prendi consapevolezza che il comportamento degli altri è dato dal loro livello di consapevolezza, non da un tuo valore intrinseco.

E’ vero che manifestiamo relazioni che fanno emergere le nostre ferite esterne, questo serve per fare in modo che quella oscurità possa essere vista e dissolta nella consapevolezza, non serve per ributtarci sempre di più nella disperazione.

Ogni ostacolo è una forte opportunità di risveglio. Se invece ci identifichiamo nel ruolo della persona che è stata tradita, colei che ha subito il torto, la vittima, non fai altro che dare da mangiare al corpo di dolore che si nutre delle emozione negative.

Esci dal dramma. Esci dalla storia, quello che ha fatto l’altra persona riguarda lei e non te, riguarda un suo stato di consapevolezza, non sei coinvolta. Ma proprio per niente. Accetta quello che è stato e lascia andare sia l’emozione che la persona.

Non attaccarti alla rabbia o alla disperazione, lascia che fluiscano e di dissolvano nella luce del tuo sguardo.

Il corpo di dolore non resiste alla luce della consapevolezza.